Ogni fase del processo fotografico, dallo sviluppo e dalla stampa del negativo fino al montaggio della stampa finita e alla realizzazione del passepartout, viene eseguita da me nel mio laboratorio.
Decidere come presentare una fotografia non è un elemento da trascurare o di secondaria importanza: deve invece essere considerato come l’ultimo, fondamentale passaggio di tutto il procedimento fotografico e al quale bisogna prestare le medesime attenzioni e cure che si dedicano alle altre fasi. Oltre al discorso estetico, si deve anche tenere presente che il montaggio della stampa ha una profonda interazione con gli aspetti dell’archiviazione e della conservazione della stessa.
Esistono vari modi per montare una stampa in bianco e nero. Alcuni dei più grandi fotografi del passato come Ansel Adams, Edward Weston, Brett Weston e, oggi, John Sexton, hanno scelto la tecnica del montaggio “a secco” (in inglese “dry mounting”), tecnica che, dopo aver visto utilizzare da Sexton nel suo laboratorio della Carmel Valley in California, ho deciso di adottare anch’io per le mie stampe.
Con questo metodo, grazie a una particolare colla in fogli, che viene riscaldata da una pressa, si unisce la stampa al cartone di supporto ottenendo una perfetta planeità della stampa medesima. La stampa rimane quindi sempre ben stesa, non presenta pieghe, bolle né altre imperfezioni. Inoltre, la stampa è fissata in modo permanente al supporto di cartone e tutti i dati relativi alla fotografia, posti sul retro del cartone stesso con un timbro, e anche la firma posta sul fronte del cartone sotto l’immagine, non possono più essere disgiunti.
Il foglio termoplastico utilizzato per unire la stampa al cartone isola in maniera permanente un lato della stampa stessa (la parte posteriore, opposta all’emulsione) dall’aggressione dei contaminanti presenti nell’atmosfera e che nel tempo finiscono con il danneggiarla. Quest’ultimo aspetto, già preso in considerazione da Ansel Adams, è stato ulteriormente approfondito da recenti studi condotti dal professor Douglas Nishimura dell’Image Permanence Institute del Rochester Institute of Technology, nei quali si evidenzia che un grave rischio per le emulsioni fotografiche è rappresentato anche dalle condizioni di conservazione, oltre che dal metodo di sviluppo-trattamento usato. Per esempio, si è scoperto che le sostanze emesse dai tappeti o dalle macchine fotocopiatrici sono estremamente dannose per le emulsioni fotografiche.
L’aspetto critico del montaggio a secco è rappresentato dal fatto che è un metodo non reversibile. Una volta che la stampa è fissata al cartone di supporto ne segue per sempre le sorti. Quindi, se il supporto si danneggia, o la stampa stessa deve essere restaurata, è molto difficile staccarla senza rovinarla. Per questo è fondamentale che il supporto, e anche il passepartout, siano “d’archivio”, cioè privi di acidi e di lignina e tamponati con carbonato di calcio a un pH tra 8 e 8.5 per assicurare un ambiente alcalino.
Oggi tutti i cartoni che uso nel mio laboratorio per il supporto e il passepartout hanno queste caratteristiche. Sono a quattro strati, privi di acidi e di lignina e tamponati con carbonato di calcio a un pH di 8-8.5. Sono cartoni al 100% di fibra di cotone e soddisfano il P.A.T., Photographic Activity Test, in conformità con l´American National Standards Institute e con l’International Standards Organization. Cartone di supporto e passepartout sono poi giuntati con un nastro adesivo in lino esente da acidi e a pH neutro. La cornice è successivamente realizzata con materiali che rispondono allo standard internazionale della qualità d’archivio.
Il sistema del montaggio “a secco”, come già detto, garantisce che i dati della stampa e la firma restino sempre insieme.
Nel mio timbro posto sul retro del cartone di supporto, e sempre visibile grazie a un’apposita cornice, oltre al mio nome e al copyright, sono indicati: il titolo della stampa, l’anno in cui è stato scattato il negativo, l’anno in cui è stata realizzata la stampa, i dati d’archivio del negativo e della stampa (grazie ai quali mi è possibile risalire a tutte le caratteristiche di entrambi), e l’indicazione che si tratta di una stampa d’archivio ai sali d’argento che viene controfirmata.
Inoltre, insieme alla stampa, al momento della vendita viene consegnata una scheda nella quale sono riassunte tutte le informazioni riguardanti la fotografia in oggetto: attrezzatura fotografica utilizzata, tipo di pellicola e di carta, procedimento di sviluppo della stampa, tipo di cartone, di passepartout e di foglio termoplastico utilizzati.