Ho sempre avuto un rapporto problematico con la scrittura. Innanzitutto perché mi è insopportabile l’inattività fisica richiesta dallo scrivere. Rimanere seduto a una scrivania davanti a un computer per mesi, magari quando fuori splende il sole e in montagna ci sono condizioni ideali per l’arrampicata o per scattare una fotografia magica, mi getta nello sconforto più totale.
Poi perché l’introspezione, il sentimento che affiora dall’emozione che ho sempre voluto raccontare, dovevano essere distillati da esperienze che ricordavo come al limite della morte o comunque estreme, e il passaggio non era traducibile con facilità. Tuttavia ho saputo, alla fine, trovare la forza e la chiave per dare voce alle mie esperienze, e i libri hanno visto la luce, uno dopo l’altro, in fondo con sorprendente naturalezza.
Il primo libro, Montagne con la Vetta (1998), edito da Vivalda e nel quale racconto le mie scalate in Himalaya, ha avuto una gestazione di sette anni durante i quali ho raccolto via via le varie impressioni che vivevo e che subito annotavo. Ancora oggi la maggior soddisfazione che ho avuto da questo libro è rappresentata dall’introduzione di Walter Bonatti. Bonatti è sempre stato la mia figura di riferimento per l’alpinismo e i miei sogni giovanili si sono formati leggendo il suo I Giorni Grandi. Bonatti è l’uomo che più di tutti gli altri con le sue scalate e la sua etica ha incarnato la figura di alpinista classico nella quale meglio mi riconosco. Quando ha accettato di scrivere la presentazione al mio libro è stato uno dei più bei giorni della mia vita.
L’inizio della nuova visione con la macchina fotografica ha prodotto la nascita di Omaggio alle Alpi (2001) edito da Mondadori e successivamente pubblicato in Francia da Glénat con il titolo Les Plus Beaux Sommets des Alpes. Con la mia Linhof 4×5″ ho percorso le Alpi in lungo e in largo per quasi tre anni, dal Delfinato fino al Grossglockner con lo scopo di catturare lo spirito della più imponente catena montuosa d’Europa. È stato un lavoro ciclopico che ha richiesto tutte le mie energie. Questo libro ha segnato l’inizio della mia collaborazione con Mondadori e l’apprezzamento che mi ha sempre dimostrato il più importante editore italiano è per me motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Così come è stato un giorno di enorme felicità quando Sir Edmund Hillary, primo scalatore dell’Everest, e una delle più prestigiose figure mondiali dell’alpinismo, ha accettato di scrivere la presentazione del libro.
Visto l’ottimo risultato di Omaggio alle Alpi, con Mondadori ho lavorato a Gli Ottomila, uscito nel 2002. Si tratta di un libro illustrato sulle 14 vette più alte del mondo. Anche in questa occasione sono stato davvero onorato di poter contare su una presentazione di una delle massime espressioni dell’alpinismo mondiale: Riccardo Cassin. Il volume comprende una panoramica della catena dell’Himalaya e del Karakorum senza trascurare l’aspetto dei popoli che vivono in queste regioni. Gli Ottomila è stato pubblicato in Austria e Germania da Tyrolia con il titolo Die 8000er, in Spagna dall’editore Everest con il titolo Los Ochomiles e in Francia dal National Geographic con il titolo La magie des huit mille. Mai avrei potuto immaginare di ottenere un simile riconoscimento in campo editoriale e fotografico.
Nel 2004 ho pubblicato, sempre con Mondadori, Sulle Vette delle Alpi, un volume che vuole guidare escursionisti e appassionati alla scoperta dell’arco alpino, dal Monviso alle Dolomiti, attraverso la visualizzazione di alcuni dei principali itinerari alpinistici e la precisa indicazione e denominazione di cime, creste, speroni e canaloni. Una forma piuttosto insolita di “mappa geografica” accompagnata dalla storia dei protagonisti delle grandi imprese alpinistiche legate alle singole montagne e alle singole vie di scalata. L’amico Roberto Mantovani, giornalista e storico dell’alpinismo, ne ha scritto una ispirata e acuta presentazione. Oltre che in Italia, il libro è stato pubblicato in Polonia dall’editore Muza-Bellona con il titolo Na Szczytach Alp.
Infine, Tra Cielo e Terra, uscito, sempre per Mondadori, nel 2005. È un libro scritto e creato con un diverso respiro, più intimo, dal tono più marcatamente personale, in cui ho cercato di esprimere soprattutto a livello emotivo e sentimentale quali sono i tormenti e l’esaltazione dell’anima legati all’avventura della montagna.