Nel corso degli anni, con l’intensificarsi dell’attività fotografica aumentava sempre di più anche l’archivio in mio possesso. Ho iniziato così a pubblicare su varie riviste le mie fotografie e ho piano piano avviato collaborazioni con alcuni mensili e settimanali che mi garantissero anche un ritorno economico.
Come alpinista avevo già sfruttato il mio archivio fotografico per illustrare articoli che raccontavano delle mie scalate in Himalaya, oppure come supporto alle conferenze che tenevo al ritorno da ogni spedizione. Lavorare come fotografo per realizzare servizi fotografici fini a se stessi era però indubbiamente non solo una nuova esperienza, ma anche un modo di concepire la vita del tutto diverso da quanto fatto sino ad allora.
La passione per la fotografia, trasformatasi quasi inavvertitamente anche in un nuovo lavoro, mi ha portato poi a pubblicare cinque libri (quattro fotografici e uno autobiografico) ai quali sono molto legato. Mi sono anche avventurato con buon successo nel mondo dei calendari e delle agende e ho per qualche anno affidato la vendita di parte del mio archivio a un’agenzia fotografica.
Senza averlo minimamente programmato o voluto, a differenza dell’alpinismo, la fotografia ha iniziato a occupare un ruolo sempre più importante nella mia vita non solo creativa ma anche quotidiana. La cosa che però mi sorprende ancora è come sia un universo in continua evoluzione, ogni giorno sorprendente, mai noioso, che richiede una passione, un sacrificio e una dedizione, molto simili a quelli dell’alpinismo.