Ritengo la stampa del negativo il momento più creativo dell´intero processo fotografico. Contrariamente a quanto si può pensare, la stampa del negativo non è soltanto un procedimento meccanico. Lo stesso negativo può infatti essere stampato in molti modi, anche profondamente differenti tra loro, e lo stesso fotografo può, nel corso del tempo, ottenere stampe diverse dal medesimo negativo.
Il negativo è il punto di partenza, non di arrivo. Ci sono innumerevoli varianti che possono determinare risultati diversi. Carte da stampa, tipi di sviluppo, temperature degli sviluppi, viraggi: questi sono solo alcuni dei molti fattori oggettivi che possono influenzare la stampa finale. Poi c´è il fotografo con la sua sensibilità, esperienza e capacità, tutte in continua evoluzione.
Bisogna inoltre considerare un altro aspetto, forse anche più importante. Se è vero che quando fotografo lo faccio per catturare un´emozione, è altrettanto vero che soltanto in fase di stampa l´emozione viene rivelata. Per questo motivo, non potrei mai stampare un negativo di un altro fotografo, così come nessun altro potrebbe stampare un mio negativo. Perché soltanto chi ha scattato quella fotografia ha, con quell´immagine, un´interazione profonda e saprà come rivelarla in camera oscura. Ci potranno volere anche molti anni prima di riuscire nell´intento, ma durante tutti gli svariati tentativi necessari per arrivare alla stampa definitiva, cioè alla stampa che riuscirà a esprimere in modo compiuto quanto provato, l´emozione vissuta al momento dello scatto si rinnoverà puntualmente. E sarà ogni volta un momento magico e unico veder emergere dal bagno di fissaggio il risultato della propria visione.